Farò della parola tumulto e del tumulto schiuma d’onda. Saranno segrete lacrime liberate. E ne faremo destino.
Tu che hai trasformato ogni mio “dovevo” in splendidi “puoi”.
Non c’è sfiorare senza mutare. E nel mutare sorridere. Questo è accettarsi. E sorridere al destino.
E anche se spigoloso ami il mio essere talvolta scoglio perchè è lì che il tuo tumulto d’onda ama infrangersi.
Forse solo chi sorride fa suo il proprio destino.
Tu che di me ami anche i mutamenti. Sorridi nel mio morire e rinascere in mille forme: sei sostanza, sei respiro dei miei mari lunari.
L’inquietudine derivante dal tedio. Ecco cosa uccide il desiderio. Spegnendolo.
Non temiamo il destino. Non ci tireremo indietro. Prima di essere schiuma saremo indomabili onde.
Tu diventi desiderio.
Riscrittura di Cesare Pavese – Dialogo 7: schiuma d’onda (Dialoghi con Leucò).
I Dialoghi con Leucò sono racconti di “metamitologia”. Due protagonisti della mitologia, della letteratura, dell’arte greca discutono del loro destino.
Il dialogho numero 7, quello tra Saffo e la ninfa Britomarti, si intitola “Schiuma d’onda”.
Di Saffo ho letto anni fa il libro di Erica Jong e ricordo che ero letteralmente affascinata da questa poetessa greca. Di Cesare Pavese e di mitologia invece ammetto di conoscere poco o niente ma questo non mi impedisce di innamorarmi di queste parole che mi colpiscono a tal punto da pensarci tutto il giorno.
Ecco cosa mi piacerebbe essere: " Un indomabile onda".
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